E’ nato intorno alla macchinetta del caffe’ del dipartimento di astrofisica dell’Universita’ del Maryland il progetto di ricerca che ha permesso a Francesco Tombesi di guadagnarsi prima la copertina di Nature e poi il Premio Aspen per la ricerca scientifica. Lo ha raccontato lui stesso questa mattina a Roma a Palazzo Lancellotti dove si e’ svolta la cerimonia per la assegnazione del Premio.
“E’ stato proprio parlando con i miei colleghi durante una pausa delle nostre ricerche che abbiamo maturato l’idea di mettere a punto il progetto di ricerca che poi ci ha permesso di vincere questo premio ” ha detto Tombesi. Grazie a questo progetto i ricercatori sono riusciti a scoprire che il getto di gas che viene generato da un buco nero supermassiccio e’ in grado di influenzare, all’interno di una galassia, i processi di formazione di nuove stelle.
”Abbiamo cioe’ dimostrato che c’è una correlazione diretta tra la galassia e il suo buco nero e questo e’ stato, sotto il profilo della ricerca, molto importante” ha spiegato Tombesi.
Quella del gruppo di ricercatori guidati dal giovane astrofisico italiano e’ solo una delle tante scoperte che sono state effettuate grazie alla astronomia a raggi X, che oggi nella sede dell’Aspen Institute e’ stata la protagonista di un interessante dibattito scientifico guidato da Luciano Maiani, Professore Emerito di Fisica Teorica, Universita’ La Sapienza, a cui hanno partecipato Samuel C. C. Ting, Premio Nobel, Thomas Dudley Cabot Professor of Physics, Massachusetts Institute of Technology, Colleen Hartman, Director of the Sciences and Exploration Directorate, NASA Goddard Space Flight Center, Roberto Battiston, Presidente, Agenzia Spaziale Italiana, Lucio Stanca, Vice Presidente Aspen Institute Italia.
Tema del dibattito il rapporto tra ricerca e sviluppo e l’importanza della cooperazione internazionale tra gli scienziati.
”Le scoperte scientifiche – ha spiegato Samuel C. C. Ting, Premio Nobel – portano sempre con se’ delle innovazioni e la scienza di base e’ il vero motore dell’innovazione. Ogni scoperta ha avuto le sue ricadute anche se, all’inizio nessuno immaginava quali sarebbero state le ricadute di queste scoperte. Sono sicuro per esempio che tra trenta o quaranta anni riusciremo a vedere delle applicazioni che derivano da queste ultime importanti scoperte nel mondo della fisica e cioè le onde gravitazionali e il bosone di Higgs, ma oggi non sono in grado di prevedere quali esse possano essere”.
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