Forse siamo al punto di essere vicini a una svolta nella lotta contro la malattia di Alzheimer. Un farmaco chiamato LMTX, se assunto due volte al giorno, è in grado di rallentare in modo significativo la velocità con cui il cervello si “restringe”, rallentando in questo modo la progressione del morbo.
In alcuni casi, i pazienti hanno mostrato recuperi straordinari.
Lo ha annunciato Claude Wischik dell’Aberdeen University, l’inventore del farmaco, in occasione
dell’Alzheimer’s Association International Conference di Toronto.
Wischik ha detto che questi “risultati notevoli” gli permetteranno di fare richiesta di approvazione il prossimo anno. Se tutto andrà bene, la pillola potrebbe essere disponibile entro 3-4 anni. Il nuovo
farmaco affronta il problema in modo completamente diverso rispetto agli altri trattamenti in fase di sviluppo e di sperimentazione, essendo il primo mirato ai “grovigli” di proteine che distruggono le cellule nervose nel cervello. In pratica, “scioglie” la proteina che si chiama “tau” e blocca la formazione dei grovigli.
La maggior parte degli altri trattamenti in via di sviluppo, invece, si concentra su una proteina che si accumula nel cervello chiama “beta-amiloide“, ma i numerosi fallimenti hanno messo in discussione l’eventualità di continuare o meno a perseguire questo obiettivo. Wischik sembra invece aver trovato l’approccio giusto.
Nei test sulla memoria e sulla capacità di svolgere le attività quotidiane, i pazienti che hanno assunto LMTX hanno mostrato un declino dell’85 per cento più lento per oltre 15 mesi rispetto ai pazienti trattati con placebo. Scansioni cerebrali hanno mostrato una perdita minore del 38 per cento della materia cerebrale. “Nessuno è arrivato fino a questo punto”, ha detto Wischik al Daily Mail. “Non è solo un grande effetto clinico – ha continuato – ma un duro taglio al tasso di restringimento del cervello”.
Molti però sono ancora scettici. Il farmaco è stato testato realmente su circa 135 persone nell’ultimo trial. In realtà lo studio ha coinvolto 891 persone in totale, ma il farmaco non è riuscito a funzionare per l’85 per cento dei pazienti in quanto stavano assumendo altri farmaci contro la demenza che, secondo Wischik, avrebbe interferito con LMTX. Nel restante 15 per cento dei casi, coloro che hanno preso solo il farmaco LMTX, i risultati sono stati giudicati importanti.
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