Promette di rivoluzionare la produzione della birra riducendo tempi e costi di produzione e intanto comincia la sua strada, anzi il suo cammino, con uno sguardo verso la patria delle birre, la Wallonia, sulla via Francigena. Il Birrificio San Gimignano è il primo al mondo ad aver sperimentato, collaudato e immesso sul mercato un modo tutto nuovo di produrre birra: la cavitazione controllata. A metterlo a punto un gruppo di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche guidato da Mario Pagliaro (Palermo) e Francesco Meneguzzo (Ibimet di Firenze). “Si tratta – ha spiegato Pagliaro – di una delle maggiori scoperte nel campo delle tecnologie alimentari degli ultimi 50 anni: perché può essere applicata a tutti i fluidi alimentari con importanti benefici per la salute in tutti i Paesi del mondo”.
La nuova tecnologia è stata trasferita dal Cnr ad un’azienda italiana che ha fatto realizzare e installare il primo impianto in questione presso il Birrificio “San Gimignano” ed è stato presentato oggi al pubblico.
Compatto, di facile gestione e flessibile rispetto a qualsiasi ricetta, l’impianto a cavitazione idrodinamica controllata sostituisce completamente le tecnologie esistenti, praticamente immutate da secoli, e in particolare la bollitura del mosto e le triturazione a secco dei grani. Il nuovo processo riduce di oltre la metà i tempi di produzione della birra, e di quasi la metà i consumi di energia, producendo una birra più ricca di sostanze benefiche come i prenilflavonoidi, dalla durata di conservazione più lunga e a contenuto di glutine ridotto.
Il nuovo processo, inoltre, minimizza gli interventi ripetitivi ed esalta le capacità creative dei mastri birrai che lavorano alla ricerca continua di birre migliori capaci di soddisfare i gusti particolarmente esigenti degli amanti della birra.
Con un mercato di 200 miliardi di litri e un giro d’affari superiore ai mille miliardi di dollari, la birra è la bevanda più bevuta al mondo.
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